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Smaltimento dei Rifiuti


Smaltire significa anche riciclare materiali e prodotti, quando possibile.

Dal 2006 in Italia è fatto obbligo a tutti i Comuni di far rispettare ai propri cittadini la raccolta differenziata casa per casa.

La maggior parte dei comuni italiani forniscono infatti appositi bidoni in cui differenziare i materiali di scarto, da conferire ad apposite ditte appaltatrici del conferimento e dello smaltimento dei rifiuti.

Con il termine smaltimento dei rifiuti, si intende quella pratica attraverso cui i rifiuti, siano essi urbani o industriali, sono eliminati in maniera definitiva, oppure riutilizzati per altri scopi, come capita nel caso di rifiuti organici, plastica, carta o alluminio.

I rifiuti considerati pericolosi, che potrebbero contaminare il suolo o le acque, come per esempio pile esaurite, medicinali scaduti e scarti industriali e agricoli, devono essere smaltiti con particolare cura e con appositi metodi, perché anche la loro combustione potrebbe scatenare reazioni chimiche pericolose.

In Italia, dal 1993, anno di attuazione dell'apposito decreto legge n.507/1993, dello smaltimento dei rifiuti urbani è delegato il Comune. L'operazione di smaltimento è attuata anche grazie al contributo finanziario dei cittadini, che pagano un'apposita tassa comunale, la  tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, abbreviata in TARSU.

Il problema spesso riscontrato e portato alla luce è che l'ammontare della tassa è calcolato sulla base dei metri quadri delle abitazioni, e non sugli effettivi residenti della casa, che sono naturalmente i primi produttori di rifiuti.

Oltre i rifiuti, la pratica dello smaltimento si applica anche a tutti quei materiali considerati pericolosi, come l'eternit, utilizzato fino a pochi decenni fa per la costruzione di tetti, tubature, depositi d'acqua e altri oggetti di uso quotidiano, materiale che è risultato altamente cancerogeno e dunque nocivo per l'uomo.

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