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Rifiuti Speciali


I rifiuti speciali, comprendono anche i rifiuti pericolosi urbani il cui mancato smaltimento o la cui combustione crea emissioni altamente tossiche.

Sono stati definiti per legge con decreto legislativo n.22/1997.

I primi rifiuti speciali ad essere differenziati in Italia, fin dal 1998 quando si è varata la norma sul loro trattamento, sono state le pile esaurite e i farmaci scaduti.

Il pericolo principale del mancato conferimento delle pile usate, è che il loro degrado libera i metalli pesanti di cui sono costituite, inquinando il terreno e le acque che vengono contaminati da questi materiali.

I farmaci scaduti sono anch'essi pericolosi perché la loro costituzione chimica e i principi attivi in essi presenti, se arrivano a contatto con altri tipi di rifiuti, possono sviluppare reazioni chimiche ed emanazioni altamente tossiche, inquinando e contaminando l'aria, l'acqua e il sottosuolo.

Non solo, altri rifiuti speciali sono quelli che derivano da attività agricole o edili (scavi, costruzione o demolizione), da lavorazioni in attività industriali o artigianali, nelle attività sanitarie e infine tutti quei macchinari considerati obsoleti e i veicoli a motore dismessi.

Questi ultimi devono infatti essere rottamati in appositi centri deputati a questa particolare attività (smaltimento, stoccaggio ed eventuale recupero), mentre gli altri rifiuti speciali devono anch'essi essere smaltiti da tecnici ed in strutture specializzate, sia che siano pericolosi o che non lo siano.

Rientrano tra i rifiuti speciali pericolosi, oltre le pile e i medicinali, le lampade al neon, i toner delle stampanti, impianti informatici ed elettronici obsoleti. Sono invece considerati rifiuti speciali non pericolosi tutti i materiali che non sviluppano particolari reazioni chimiche o che non contengono sostanze tossiche o comunque nocive.

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